Logo Turchia 2008 pag.2

 

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old camera

 

 

La strada 885 s'inerpica sulle montagne ed offre panorami splendidi. La strada verso ErzurumPeccato sia impossibile fermarsi per scattare qualche foto: è trafficatissima per via dei lavori, in alcuni tratti sterrata e bisogna prestare molta attenzione, soprattutto ai camion locali, stracarichi.... ed esalanti miasmi puzzolenti! Superiamo il passo Vaudagi Gecidi 1875m. ed inizia la discesa verso Bayburt. A poco a poco gli alti monti del Daglari lasciano il passo a più dolci colline e a praterie fiorite:com'è dolce di profumi l'aria ora!
Giungiamo a Erzurum verso le 16,00. La città è trafficata, polverosa. facciamo su e giù parecchie volte per trovare uno dei due hotel medi scelti dalla Lonley planet che recita così: Kral Hotel nel cuore della zona dei ristoranti... arredamento originale, stanze pulitissime dotate Fioridi tutti i moderni comfort....!!!
Finalmente imboccata una stretta e sterrata stradina laterale lo troviamo: è piuttosto malconcio, sembra in disuso. Entro a chiedere e, dopo aver percorso uno spoglio e sporco corridoio arrivo in una buia sala, in fondo alla quale un uomo alla reception mi guarda diffidente " Mio Dio sembra l'aiutante del dott. Frankenstein" penso. Mi fa vedere due camere, ma sono tremende! Un cattivo odore di muffa e stantio sale da una moquette dal colore indefinito, il colore delle lenzuola lascia molto a desiderare e tutto è terribilmente squallido. Scappo via di corsa e dico a Knut che piuttosto che dormire lì sono disposta a viaggiare tutta la notte. Per fortuna ce ne andiamo da questa triste città e puntiamo verso la zona montana di Palandoken.
Arriviamo solo dopo esserci persi almeno tre volte nelle stradine periferiche che sboccavano sempre nello stesso mercato. Optiamo per l'unico hotel aperto, è un 4 stelle e sembra di essere sulle Alpi!!
Ceniamo ottimamente e... a nanna presto.

Giorno 11 ( 1 luglio )
Erzurum- Dogubayazit (270 km.)

La mattina seguente si parte di buon'ora dopo aver consumato un'abbondante colazione e aver caricato la moto.
La strada 100 corre verso est in direzione di Dogubayazit, nostra prossima meta.
Purttroppo ben presto ricominciano i lavori e percorriamo almeno 70, 80 km su biglie rotolanti, il maledetto ghiaietto turco, immersi nel polverone soArraratllevato dagli altri veicoli....Cough cough!
Comunque ben presto, sulla sinistra, ci appare maestoso il grande Ararat: Che emozione!"Non sembra alto più di 5000 metri" dico e subito K ribatte " è perchè siamo su un altipiano..."
Eh già ha ragione!
Arrivati a Dogubayazit prendiamo alloggio al Sim-Er Moteli un po' fuori dalla cittadina, sulla strada verso l'Iran, ma ha una vista incredibile: l'Ararat giganteggia proprio di fronte.
Scelta una delle semplicissime camere ci rilassiamo sulla terrazza con vista e beviamo un cay offertoci dal gentile albergatore. Che pace! Quanta bellezza! E proprio ora la nuvoletta che sostava sulla cima della montagna si solleva e possiamo ammirare l'Ararat in tutta la sua bellezza...

Più taIshac Pasa Sarayirdi andiamo a visitare l'Ishak Pasa Sarayi. La moto sale per una tortuosa stradina, Knut è attento alla guida perchè il fondo stradale è sconnesso, ci sono buche e i sassi. Improvvisamente, mentre superiamo un gruppetto di ragazzini in un campo incolto, ci sentiamo sfiorare da un sasso! Dannazione! Imprecando K dà un'accelerata e in un attimo i piccoli bastardi scompaiono: giocavano al tiro a segno con noi!!
Arrivati in cima parcheggiamo davanti all'ingresso dell'edificio; tira vento e il cielo è di piombo. Al di là della strada mi incanta la vista di una fortezza: ha lo stesso colore della roccia con cui si mimetizza perfettamente. Poi mi giro ad ammirare il bel portale d'ingresso al palazzo del pascià, costituito di blocchi scolpiti e motivi geometrici.Superatolo si entra in un cortile dal quale si accewde ai resti di numerosi locali. L'interno è un po' deludente, in rovina, ma la vista è grandiosa così come i colori. Scattiamo parecchie foto poi ci affrettiamo a tornare in hotel perchè sta per scatenarsi un violento temporale!

PortaleTemporale

 

 

Giorno 12° ( 2 luglio)
Dogubayazit -Tatvan (230 km.)

Imbocchiamo la statale 975 in una bella mattinata fresca e soleggiata. Procediamo a buona andatura, osservando il paesaggio che si snoda ai lati. All'uscita da una curva notiamo alcuni veicoli fermi: è un posto di blocco dei jandarma. Solitamente non fermano i turisti, ma stavolta sì. Sono preoccupata e chiedo a Knut a che velocità andasse... I due soldati ci chiedono i documenti, da dove veniamo e dove siamo diretti; poi passano ad osservare la moto e a chiedere a che velocità può arrivare, quanta benzina Passo Tendurekconsuma e...bla bla bla. Ecco qual era il vero scopo dello stop: semplice curiosità... esaudita la quale possiamo ripartire accompagnati da gesti di saluto. Ben presto la strada sale sino a raggiungere i 2644 metri del passo di Tendurek. Ci fermiamo per scattare qualche foto e... veniamo fotografati da un gruppo di italiani scesi da un pullman e diretti a Dogubayazit. Sono di Venezia, scambiamo due chiacchiere e ci fanno i complimenti per esserci avventurati fin lì in moto, e da soli...
Dopo la breve sosta ripartiamo perchè fa freddino e ci mancano ancora un centinaio di km. prima di arrivare al lago di Van. Più si scende di quota e più siamo avvolti da una nebbiolina che a mano a mano s'infittisce. Attraversiamo la polverosa cittadina di Caldiran nella speranza dil lago di Vani trovare un benzinaio, ma tutti quelli che incontriamo sono in disuso o sprovvisti...alla fine per fortuna ne troviamo uno aperto e che ha carburante! Pochi kilometri ancora e finalmente arriviamo al lago salato di Van, situato a circa 1700 metri e circondato da montagne magnifiche.
Optiamo per il percorso sulla sponda nord seguendo la strada E99, fino alla cittadina di Tatvan. Il forte vento ha reso il cielo terso e l'acqua s'increspa in piccole ondine; il lago, blu intenso, contrasta vivamente col giallo ocra e il verde dei campi...
Prendiamo una camera all'hotel Ustun, molto spartano, ma pulito, il cui gentilissimo proprietario, insegnante d'inglese è felice di poter conversare un po' con noi. Alla nostra domanda su un posto dove pranzare, addirittura ci accolago Van2mpagna direttamente alla lokanta raccomandando all'oste di trattarci bene. Il locale, molto semplice è frequentato solo da locali, uomini; l'interno è caldo e fumoso, così ci sediamo all'aperto, ad un tavolino allestito per noi, e mangiamo con gusto due saporite pide, accompagnate dal cay;spendiamo pochissimo. Unica cosa che m'imbarazza è il sentirmi osservata da tante paia d'occhi, non ci sono donne sedute nè lì nè alla sala da the a fianco; anche le poche che transitano sono a capo coperto e indossano lunghe gonne e maglie a manica lunga. Dò nell'occhio con i miei calzoni mimetici e la t.shirt a maniche corte!
Nel pomeriggio decidiamo di fare un'escursione al vulcano Nemrut Dagi. Arriviamo alla cima ( 3000 m. circa) percorrendo una stradina sterrata che sale tortuosa e ad un certo punto attraversa un misero gruppo di capanne, fuori dalle quali formelle di sterco stanno a seccare al sole. Bambini scarmigliati ci inseguono gridando e gesticolando, uno raccoglie un sasso...In cima al monte il panorama è strabiliante: da un lato il blu intenso del lago di Van e dall'altro il luccichio azzurro di un lago sul fondo del cratere! Ci avventuriamo in moto all'interno del cratere e subito l'aria si fa più calda. Avanziamo a casaccio in cerca degli altri due laghetti perchè non vi sono indicazioni di sorta. Ad un tratto il sentiero termina bruscamNemrut Cratereente e noi rischiamo di fare un volo perchè la moto slitta sulla sabbia... che paura. Torniamo indietro e proviamo altri sterrati, ma dopo vari tentativi ed ulteriori insabbiamenti desistiamo.
Scendiamo dal Nemrut su un altro lato, la discesa è più dolce, facciamo anche conoscenza con una tartaruga, che tranquilla attraversa la stradina...
La sera andiamo a fare quattro passi, le vie sono animate, la gente si è riversata nelle strade, i negozi sono aperti... eh già non fa più così caldo! Ceniamo in una lokanta dove assaggio la corba, una squisita zuppa di lenticchie piccantina, poi... a nanna che domani si riparte!

 

Giorno 13° ( 3 luglio)
Tatvan- Diyarbakir- Nemrut Dagi ( 400 km. circa)

Alle 8,30 accendiamo il motore e prendiamo la 965. Il percorso è panoramico,ma tortuoso, inframmezzato dagli onnipresenti lavori per cui ci si ritrova a... rotolare sulle biglie! L'asfalto turco è costituito da una colata di bitume su cui viene steso uno strato di ghiaia che verrà schiacciata dai veicoli in transito...Procediamo a rilento, coperti di polvere, generosamente sollevata dai numerosi camion che incontriamo. Due parole sugli autisti turchi: sono pazzi! Sorpassano in curva, invadono completamente la corsia opposta, anche se ti vedono, e sono sempre in gara con chi cerca di superarli! Poco dopo il bivio con la 370 ci fermiamo in un punto attrezzato all'ingresso di un parco. C'è un chiosco e chiediamo 2 caffè. C'è solo un ragazzino, sui tredici,quattordici anni, che è visibilmente impressionato dalla nostra moto e che si fa in quattro per accontentarci. E' timido, si capisce che vorrebbe porci domande, ma non conosce l'inglese e noi solo qualche parola in turco...ci si scambia qualche cenno...e al momento di ripartire non vuole assolutamente essere pagato! Mi giro parecchie volte a salutare e lui è sempre là ad agitare la mano...
Di mano in mano le montagne lasciano il posto a grandi campi di grano e l'aria si arroventa. Il termometro sulla moto segna 40 gradi quando superiamo Diyarbakir. Avevo pensato di visitarla e magari fermarmi per la notte, ma il caldo mi fa desistere e decidiamo di proseguire per il Nemrut Dagi. Superata Siverek ci dirigiamo verso Firat,Il punto dove traghetteremo il grande fiume. Verso le 13 avvistiamo sul fondo valle l'Eufrate: azzurrissimo si apre la strada tra le rocce rosse. Scendendo vediamo attraccato al molo il piccolo traghetto e una fila di veicoli in coda per salire. Ci precipitiamo per timore di perderlo. poi notiamo la gente, comodamente seduta all'ombra,in quello che sembra un bar. Io acquisto 2 bottigliette di acqua minerale e mi siedo al fresco ( si fa per dire! ) mentre Knut non scende dalla transalp.
Finalmente, dopo un'ora di attesa ci imbarcano e si parte. Che emozione essere sul
fiume sul quale sono sorte alcune tra le più antiche civiltà! Sembra un lago e la traversata prende una ventina di minuti. Raggiunta la sponda opposta sbarchiamo e proseguiamo per Narince da dove si prende il bivio per Karadut e il Nemrut Dagi.
La stradina sale in quota e si avverte immediatamente il cambio di temperatura, anche pochi gradi in meno sono i benvenuti! Proseguiamo fin quasi alla cima e decidiamo di Donne che falciano il granoprendere una camera all Cesme Lokantasi, le camere sono molto semplici, pulite,ma il posto è tranquillo, rilassante. Ci riposiamo comodamente seduti sulla terrazza/loggia ( senza parapetto nè protezioni). Osserviamo semplici scene di vita agreste, che da noi si potevano vedere forse cinquant'anni fa: alcune donne falciano il grano " a mano!" nel campo vicino, un'anziana è seduta all'ombra di grandi alberi e dondola una culla appesa tra i tronchi, nugoli di rondini compiono evoluzioni tutt'intorno...
Più tardi, riposati, riprendiamo la trans per percorrere gli ultimi 5/6 cin Vettahilometri che ci separano dalla vetta del Nemrut, a 2150 metri. Per raggiungerla bisogna salire per uno stretto sentiero sassoso. Soffia anche un vento freddo ma, arrivati in cima, la vista è impagabile! Lo sguardo spazia fino alla valle dove serpeggia l'Eufrate, che si dirama in mille rivoli laterali, penetrando col suo azzurro le aride terre rosso-ocra. Compiamo il giro partendo dalla terrazza ovest,sulla quale si possono ammirare le statue del re Antioco e degli Dei. Anche se crollate sono molto suggestive e alle loro spalle s'innalza imponente il cono funerario: è impressionante! Terminiamo il giro raggiungendo la terrazza est, le cui statue sono in gran parte intatte, tranne che per le teste, che sono crollate. Al termine della visita scendiamo l'impervio sentiero e ci rifugiamo nel bar per un cay Nemrutbollente. Siamo soddisfatti, valeva davvero la pena giungere fin qui!

Giorno 14° ( 4 luglio )
Nemrut Dagi- Adana- Kizkalesi ( 600 km. circa)

La mattina seguente siamo in piedi presto, dopo una nottata funestata dal chiasso di alcuni clienti, arrivati tardi e alzatisi verso le 4,00 per essere sul Nemrut a vedere l'alba.
Alle 8 siamo già lanciati verso Adiyaman e verso mezzogiorno percorriamo l'autostrada in direzione Adana. Il caldo è divenuto insopportabile, l'aria rovente come quella del phon, decidiamo di fermarci per pranzo al ristorante di un autogrill. Lo shock termico è immediato. Il locale è affollato e facciamo appena in tempo ad ordinare che il luogo è invaso da due scolaresche di ragazzini...
Altro che riposo! La moto è circondata da parecchi di loro e ondeggia in modo preoccupante perciò... Ripartiamo appena terminato di mangiare! L'asfalto è un nastro bollente! Dopo un'altra sosta per rifornire la moto e noi dei liquidi necessari finalmente giungiamo a Kizkalesi, scelta leggendo la Lonley. Lì ci fermeremo per un paio di giorni di meritato riposo e di mare. L'impatto con il paese è ...deludente! Non abbiamo visto che brutti pil Castello a KizKalesialazzi, case, cemento...ma siamo troppo stanchi per proseguire. Dopo vari tentativi troviamo la Yaka Pansion, prescelta leggendo le recensioni sulla Lonley. Ci piace subito per il bel giardino, le camere pulitissime, con aria condizionata, e per il simpaticissimo proprietario che parla correntemente inglese, francese e tedesco! Inoltre abbiamo, compreso nel prezzo, due sdraio e ombrellone alla vicina spiaggia.
Stendiamo un velo pietoso sia sulla spiaggia che sul mare ( acqua bassa,dal colore indefinibile) ma alla sera la cena in pensione è ottima e l'annaffiamo con del buon vino, finalmente!
Trascorriamo i successivi due giorni girando i dintorni, scoprendo spiaggette più consone al nostro gusto, facendo il bucato, leggendo e riposando al fresco della nostra camera! Sì perchè il caldo-umido rende pesante respirare! Quasi rimpiango i 40 gradi e il caldo secco dei giorni precedenti!

 

 

 

 

 

 

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